Contributo Unificato: cos’è e come si paga

Nel sistema giudiziario italiano, l’accesso ai tribunali per la risoluzione delle controversie non è gratuito. Una delle voci di costo principali per chi intende avviare o partecipare a un procedimento legale è il Contributo Unificato di Iscrizione a Ruolo. Introdotto dal DPR 115/2002, il Testo Unico in materia di spese di giustizia, questo tributo ha semplificato il precedente sistema, unificando diverse imposte e diritti che prima dovevano essere pagati separatamente.
Cos’è il Contributo Unificato?
Il Contributo Unificato è una tassa che viene richiesta per coprire una parte delle spese legali relative a determinati procedimenti giudiziari. In sostanza, rappresenta il costo che il cittadino deve anticipare allo Stato per attivare l’attività giudiziaria. Prima della sua introduzione, era necessario pagare separatamente imposte di bollo sugli atti giudiziari, la tassa di iscrizione a ruolo, i diritti di cancelleria e i diritti di chiamata in causa dell’ufficiale giudiziario. Ora, tutte queste voci sono state inglobate in un’unica somma.
E’ dovuto al momento dell’iscrizione a ruolo della causa e si applica per ciascun grado di giudizio. Questo significa che se un procedimento si svolge in primo grado, poi in appello e infine in Cassazione, il contributo dovrà essere pagato per ogni fase. È applicabile nel processo civile, comprese le procedure concorsuali (ad esempio, i fallimenti) e quelle di volontaria giurisdizione (come le amministrazioni di sostegno), nel processo amministrativo e anche nel processo tributario. Non è richiesto invece in alcune procedure familiari, come separazioni e divorzi consensuali in camera di consiglio, o per chi beneficia del gratuito patrocinio.
L’obbligo di versare il Contributo Unificato ricade sulla parte che per prima si costituisce in giudizio. Questo include il soggetto che inizia un procedimento civile, propone un atto di una procedura concorsuale, introduce un procedimento di volontaria giurisdizione, deposita il ricorso introduttivo o fa istanza per la vendita o l’assegnazione dei beni pignorati nei procedimenti di espropriazione forzata. L’importo del contributo varia in base al valore della controversia: generalmente, all’aumentare del valore, aumenta anche la somma da versare. Esistono tabelle specifiche che definiscono gli scaglioni di valore e i relativi importi.
Come si paga il Contributo Unificato?
Dal 2019, il pagamento Contributo Unificato è diventato obbligatorio in forma telematica per tutti i giudizi instaurati in primo e secondo grado con ricorso notificato a partire dal 1° luglio 2019. Le modalità di pagamento sono state standardizzate e si avvalgono principalmente della piattaforma PagoPA, il sistema di pagamenti elettronici della Pubblica Amministrazione.
Il versamento può essere effettuato in diverse modalità:
- Online tramite il Portale dei Servizi Telematici (PST) della Giustizia: questo è il metodo più diretto e raccomandato. Accedendo al sito del PST giustizia.it, nella sezione “Servizi” e poi “Pagamenti online tramite pagoPA”, è possibile generare un avviso di pagamento oppure procedere al pagamento immediato. Si dovranno inserire i dati dell’ufficio giudiziario, la tipologia di pagamento (Contributo Unificato, e/o Diritti di Cancelleria che possono essere versati con un’unica operazione), l’importo e i dati del soggetto debitore.
- Tramite canali aderenti a PagoPA: una volta generato l’avviso di pagamento dal PST, lo si può pagare attraverso diversi canali fisici e digitali che aderiscono al circuito PagoPA. Questi includono: sportelli fisici di banche e Poste Italiane (anche con contanti), postazioni ATM abilitate, ricevitorie, tabaccherie o esercizi commerciali convenzionati con PagoPA, strumenti di home banking abilitati a PagoPA, app IO.
- Tramite Punti di Accesso (PdA) alla Giustizia Digitale: gli avvocati e altri operatori del settore legale possono utilizzare le funzionalità integrate nei loro software redattori di buste per il deposito telematico, che spesso includono la possibilità di generare e pagare il Contributo Unificato direttamente attraverso PagoPA.
È fondamentale conservare sempre la ricevuta di pagamento, sia essa telematica (RT in formato XML) o cartacea (copia di cortesia in PDF), in quanto servirà come prova del versamento al momento del deposito dell’atto in cancelleria. In caso di versamenti multipli, è necessario allegare tutte le ricevute pertinenti al deposito. Il mancato o insufficiente pagamento del Contributo Unificato comporta conseguenze, come la richiesta di integrazione e l’applicazione di interessi o sanzioni, oltre a possibili ritardi nella prosecuzione del procedimento.