Dai diritti tv agli introiti per club: quanto vale la Coppa Italia

Il calcio italiano è sicuramente molto divisivo. La rivalità tra alcune piazze è particolarmente accesa e le squadre meno attrezzate tecnicamente non riescono quasi mai ad avere ragione delle big in campionato, ma quando si gioca la Coppa Italia persino compagini provenienti da divisioni minori possono ritagliarsi lo spazio per un piccolo sogno di gloria. Anche di recente ci sono stati casi del genere. Nel 2017 il Pordenone, dalla Serie C, rischiò di eliminare l’Inter agli ottavi di finale, arrendendosi solo ai rigori, mentre nel 2016 l’Alessandria arrivò addirittura in semifinale di Coppa Italia, cadendo davanti al Milan. Spesso le grandi squadre adottano un turnover massiccio in questa competizione ed è anche per questo che a volte assistiamo a risultati indubbiamente singolari.

Il torneo non è certamente il più seguito dai tifosi italiani, appassionati della Serie A e delle coppe europee come Champions ed Europa League. Tuttavia, conserva un buon seguito sia nell’ambito del betting con le quote sulla Coppa Italia sia per i media, come rivela l’interesse di siti di informazione sportiva e ricerche su Google. Naturalmente, un’intera manifestazione calcistica non poteva non fare gola anche alle televisioni. In passato la Coppa Italia veniva trasmessa sulle reti Rai, ma nel 2021 il circuito Mediaset ha acquisito i diritti sia della coppa nazionale sia della Supercoppa Italiana, lasciando alla tv di Stato i soli diritti per le trasmissioni audio, pagati quasi mezzo milione di euro. L’offerta del “Biscione” fu la più elevata e ammontò a circa 50 milioni di euro a stagione da destinare alla Lega, una cifra ben superiore ai 35 milioni spesi dalla Rai nel 2018. Un investimento notevole, che si è sommato a quello delle partite di Champions League, di cui solo 17 ogni anno vengono mandate in onda in chiaro.

Non sono solo i diritti televisivi a muovere i fili della Coppa Italia, comunque. Gli accordi commerciali sono diventati fondamentali anche nell’organizzazione di questo torneo e da qualche tempo a questa parte Frecciarossa è diventata Title Sponsor sia della Coppa Italia sia della Supercoppa Italiana. Un accordo che porta nelle casse della Lega 5 milioni di euro ogni anno. La Coppa Italia è infatti monitorata direttamente dalla Lega di Serie A, che oggi sta cercando vendere sempre di più il prodotto all’estero.

L’appeal non può che essere relativo, però: la squadra che vince la competizione si qualifica al massimo per l’Europa League e gli introiti destinati ai club partecipanti non sono dei più elevati. L’accesso agli ottavi di finale vale sui 250.000 euro, che raddoppiano prima per la qualificazione ai quarti e poi nuovamente in vista delle semifinali. Il montepremi della finale, invece, è di 4 milioni, da dividere tra le due finaliste: la vincitrice prende quasi 3 milioni. Briciole per il mondo del calcio, considerando soprattutto che a trionfare sono quasi sempre delle big.

Insomma, nonostante i profusi sforzi economici, la Coppa Italia continua ad essere snobbata ancora da una buona parte dei calciofili e non solo. Lo dimostra il fatto che alcune formazioni minori, che potrebbero trovare in questa competizione un’occasione di rivalsa, tendono a gettare la spugna prima del tempo sapendo che presto sarebbero costrette ad affrontare delle grandi squadre, preferendo così risparmiare le energie per la corsa alla salvezza in campionato. Chissà che in futuro il format del torneo non possa essere rivisto, così da renderlo un po’ più accattivante…