Parco auto: in Italia troppi veicoli vecchi

Il settore automotive in Italia è da sempre afflitto da una presenza massiccia di veicoli vecchi che, oltre a comportare un maggiore rischio per gli automobilisti e un aumento dei prezzi sia per le riparazioni che per la sottoscrizione di assicurazioni, causa livelli di emissioni che vanno in contrasto con le politiche ambientali messe in piedi dai Governi nazionali negli ultimi anni.

Una situazione che è direttamente collegato al panorama economico della Penisola, con gli italiani che nel corso degli anni hanno visto ridursi il proprio potere d’acquisto e, d’altra parte, con i prezzi delle auto che sono aumentati anche a fronte dell’inflazione e delle recenti crisi scaturite prima dall’avvento della pandemia da Covid19 e poi dallo scoppio della guerra in Ucraina e le relative sanzioni alla Russia.

In questo contesto, specie in una Nazione come la nostra che è sempre tra i primi posti delle classifiche relative al numero di auto rispetto alla popolazione, riuscire a modificare radicalmente questo trend è un compito arduo, in particolare in alcune aree del Paese, come il Mezzogiorno dove l’età media dei veicoli va spesso ben oltre la media nazionale.

Età dell’auto: la situazione in Italia e in Europa

Come accennato in precedenza, l’Italia ha un parco circolante molto vecchio, anche se, confrontandolo con la media dei Paesi europei, risulta in linea con gli altri Stati. Ad oggi l’età media dei veicoli italiani è di 11 anni e 7 mesi, con un incremento del 28% rispetto al 2016, dove si arrivava a poco più di 9 anni. A livello europeo, la media, per l’appunto, è di 12 anni ma il BelPaese conquista la prima posizione in classifica per quanto riguarda il numero di mezzi con più di 10 anni di vita, con circa 23,5 milioni di auto “anziane”, superando i 21 milioni della Germania e i 20,8 della Polonia.

Tra i Paesi messi meglio in questo senso troviamo il Lussemburgo, con un’età media di 7,6 anni e la Danimarca, con 8,5 anni. Bene anche il parco circolante dell’Austria, con una media di 8,7 anni.

Per risolvere questa situazione che, come abbiamo visto, non riguarda unicamente il nostro Paese, molti governi nazionali hanno cominciato a porre in essere alcune misure per disincentivare l’utilizzo di auto datate, o attraverso incentivi e sgravi fiscali per l’acquisto di auto nuovo, elettriche e ibride, o con sanzioni e tasse aggiuntive per i veicoli più inquinanti, come fatto ad esempio a Londra, dove in alcune zone è possibile circolare con mezzi obsoleti solo a fronte di un pagamento di una tassa giornaliera, con lo scopo di abbassare le emissioni nocive nell’atmosfera.

Ovviamente, un altro stimolo per stimolare la sostituzione della propria auto con modelli nuovi, più sicuri e meno inquinanti è quello di rendere il mercato delle auto elettriche più attraente, migliorando ad esempio il servizio pubblico di ricarica.

I dati italiani per Regione

L’anzianità dei veicoli italiani, come detto, riguarda tutto il territorio, anche se scandagliando la Penisola da Nrod a Sud vediamo come la situazione possa cambiare considerevolmente. Se infatti la media nazionale delle auto con più di 15 anni di età è pari al 36,9% sul totale, esistono Regioni che fanno registrare percentuali molto lontane, in senso positivo. E’ il caso della Valle D’Aosta e del Trentino Alto Adige, con rispettivamente il 12,1% e il 14,9%. Anche altre aree sono sotto la media, in particolare l’Emilia Romagna, con il 29,9%, la Lombardia, con il 28,3%, e la Toscana con il 27,9%. Quest’ultima Regione, inoltre, si è distinta per la dinamicità del mercato automotive negli ultimi anni, facendo registrare performance tra le più positive del Paese, con l’acquisto di auto a Prato che rappresenta il secondo miglior dato a livello nazionale nel 2022, primo a livello regionale.

Le Regioni del Mezzogiorno e le Isole, invece, occupano le ultime posizioni della classifica di anzianità del parco circolante, in alcuni casi con mezzi vecchi di oltre 15 anni che coprono oltre la metà del totale. Nello specifico, troviamo ad esempio la Sicilia, con il 52,1%, la Calabria con il 53% e la Campania con il 51,6%. Zone in cui, non a caso, l’assicurazione auto comporta esborsi economici molto alti rispetto al resto dell’Italia.