Curiosità

Non chiamatelo “rugby”: 5 curiosità sul football americano

football americano

Il football americano è uno sport che genera tante domande al di fuori degli Stati Uniti, dal momento che in pochi lo conoscono in maniera approfondita. Tanti lo scambiano con il rugby, mentre altri sono incuriositi dalle regole e dalle origini di questo gioco unico. Dietro al football americano si nasconde un mondo ricco di storia, tradizione e curiosità affascinanti, dalle origini del nome ai retroscena legati ai campionati professionistici, passando per i numeri astronomici del Super Bowl e il curioso passato del “flag football”. Cerchiamo allora di entrare nel dettaglio di alcuni particolari di questo sport, svelandone 5 curiosità.

L’origine del nome Football

La prima curiosità sul football americano nasce in merito all’origine del nome, quindi il perché si “football” dal momento che si gioca prevalentemente con le mani. La risposta risiede nelle origini storiche dello sport perché il termine nasce quando in Inghilterra si distingueva tra “association football” (l’antenato del calcio moderno) e “rugby football”. Le prime versioni del gioco americano erano un ibrido tra rugby e calcio e, anche se con il tempo il regolamento si è allontanato da entrambi, il nome è rimasto. C’è però anche un’altra teoria meno nota secondo cui il nome “football” possa derivare dalle dimensioni originali della palla: lunga circa un piede, ossia 30 centimetri.

Le differenze con il rugby

In molti sono poi soliti ricondurre il football americano al rugby, che a prima vista possono sembrare due sport molto simili, ma che presentano differenze profonde che vanno oltre le protezioni e il casco. Entrambi condividono l’idea di avanzare palla in mano superando la linea avversaria, ma le modalità sono decisamente diverse.  Nel rugby il gioco è fluido, i passaggi avvengono solo all’indietro e le interruzioni sono minime. La priorità di questo gioco è la spettacolarità del contatto e lo dimostrano i recenti cambiamenti su alcune regole. Nel football americano, invece, ogni azione è preparata con attenzione a livello tattico e studiata a tavolino prima di eseguirla, con le due squadre che si affrontano per conquistare terreno in fasi ben distinte. Il concetto di “down” (tentativi per avanzare almeno 10 yard) e la specializzazione estrema dei ruoli testimoniano quanta strategia ci sia nel football americano, contrapposta alla resistenza e alla forza del rugby.

I numeri da capogiro

Uno degli eventi chiave dell’anno in America è il Super Bowl, ovvero la finale della National Football League (NFL) che ferma letteralmente il Paese tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio. È molto più di una partita perché è uno spettacolo globale che combina sport, intrattenimento e cultura pop. Gli spot televisivi raggiungono cifre astronomiche, gli halftime show sono seguiti da centinaia di milioni di spettatori e il pubblico, anche quello meno esperto, si unisce per vivere un’esperienza collettiva unica. Soprattutto negli States, l’attenzione nei confronti di questo sport rimane elevata per tutto l’anno, ma è in particolar modo a ridosso del Super Bowl che l’interesse e le scommesse sul football americano si accendono esponenzialmente, coinvolgendo anche nuovi spettatori che non sono soliti seguire il campionato nella sua interezza.

Il Salary cap

Un altro aspetto da considerare nel football americano è il sistema del salary cap, ovvero il limite massimo di spesa salariale che ogni squadra può sostenere per i propri giocatori. Introdotto per evitare che le franchigie più ricche dominassero il campionato, questo meccanismo ha creato uno degli ecosistemi sportivi più equilibrati al mondo.Ogni anno, la NFL stabilisce un tetto salariale che tutte le squadre devono rispettare. Questo obbliga i dirigenti a prendere decisioni strategiche e il risultato è che anche le squadre più piccole possono ambire al titolo.

Il “flag football”

Infine, un’altra curiosità riguarda il flag football, una variante del gioco che non prevede contatti fisici diretti. Al posto dei placcaggi, i giocatori devono strappare una “bandierina” dalla cintura dell’avversario. Questa versione nacque durante la Seconda Guerra Mondiale, quando i soldati americani cercavano un modo per praticare sport in sicurezza senza rischiare infortuni seri che potessero comprometterne l’impiego militare. Dopo la guerra, il flag football si diffuse rapidamente nei campus universitari e nelle scuole, diventando una forma popolare e accessibile per imparare le basi del gioco. Ancora oggi è una disciplina ufficialmente riconosciuta.