Scuola e insegnamento: le soft skill necessarie per il docente

Prima di analizzare le possibili soft skills per un insegnante, può essere interessante soffermarsi velocemente su quello che è il percorso per divenire tali. Prima di tutto è necessario sapere in maniera preliminare se si vuole diventare docenti di scuola elementare, delle scuole medie oppure superiori (esiste invece un percorso diverso per la docenza in ambito universitario). Per l’insegnamento nella scuola primaria, occorre che l’aspirante tale acquisisca una laurea in Scienze della Formazione Primaria, che conferisce abilitazione all’insegnamento, oltre che un tirocinio obbligatorio.

Diverso è il discorso per un aspirante docente delle scuole secondarie, che includono sia le medie che le superiori. Anche in questo caso è richiesta una laurea magistrale, a seconda di quella che è la materia che si vorrebbe insegnare. La differenza, in questo caso, consiste con la necessità di conseguire ulteriori crediti per poter accedere a quelle che sono le classi di concorso della disciplina prescelta. Come riportano le guide online con info su come diventare docente di ruolo la principale novità (risalente ormai al 2022) riguarda un decreto legge che ha introdotto la necessità di acquisire ulteriori 60 crediti formativi in ambito universitario. Le discipline interessate sono quelle attinenti agli ambiti antropo-psico-pedagogiche e tale numero va a sostituire quello rimasto in vigore per i precedenti anni, che portava il computo totale a 24 CFU (cioè, per l’appunto, crediti formativi). Resta imprescindibile la laurea magistrale, a questa si aggiungono i 60 CFU, ma in seguito non si ha accesso diretto ad una cattedra: è infatti necessario attendere il concorso bandito dal ministero e superarlo. In seguito, ci sarà un anno di prova con relativa valutazione ed esame finale prima di divenire docenti a tutti gli effetti.

Arrivando ora alle soft skills imprescindibili per quanti operano nel mondo dell’insegnamento, prima di tutto è necessario fornirne una descrizione. Il termine inglese va a definire le competenze personali e/o trasversali, certamente più difficili da dimostrare rispetto alle hard skills, che riguardano invece le competenze tecniche (dall’uso di un programma al sapiente uso dell’inglese ad esempio). È chiaro che la prima definizione include un gran numero di possibilità, che variano a seconda del lavoro che si vorrebbe svolgere (ogni mansione, infatti, richiederebbe un certo numero di soft skills).

Guardando allo specifico caso dell’insegnante, alcune di queste vengono in mente senza troppa difficoltà. Prima tra tutte risulta essere senza dubbio l’abilità comunicativa: la capacità di trasmettere con passione la materia che si insegna è considerato uno degli aspetti più importanti nella carriera di un insegnante. La capacità di non rendere noiose le proprie lezioni ma anzi, prevedendo attività interattive in grado di stimolare l’apprendimento a fronte di una classe composta da molti alunni differenti tra loro. Per questa ragione, sempre al vertice tra le soft skills più importanti nell’ambito dell’insegnamento sono adattabilità e flessibilità. È ovvio che il programma di un singolo docente viene stabilito da quelle che sono le linee guida ministeriali, attualmente in corso di revisione, ma ciascun insegnante è libero di soffermarsi più su un aspetto piuttosto che un altro, a seconda di quelle che sono le risposte della propria classe all’argomento trattato.

Un aspetto strettamente connesso con il rispetto dei programmi è l’elemento che richiama all’abilità di saper gestire il tempo a disposizione. Come detto, ciascun insegnante è libero di scegliere un argomento su cui trascorrere un maggior numero di lezioni, ma è evidente che questo non può andare a discapito dell’intero programma, che va necessariamente chiuso entro i tempi prestabiliti. Così come, ugualmente importanti, sono le prove di verifica e le interrogazioni nel corso dello studio di questi argomenti, per comprendere se la classe in questione è in grado di seguire e apprendere correttamente con il metodo da voi promosso.

L’elenco di queste soft skills potrebbe aumentare a dismisura: si potrebbe aggiungere la capacità di gestione emotiva, oltre che all’automotivazione. Ma anche la gestione delle responsabilità e l’abilità nel saper

lavorare in gruppo, creando un ambiente favorevole all’apprendimento. Quest’ultimo vale sia all’interno del gruppo classe, dunque nella relazione tra studente e docente, sia tra gli altri insegnanti che si occupano della medesima classe.