Settore auto europeo: le vendite giapponesi dopo il sorpasso cinese

Il settore automotive globale sta vivendo momenti molto delicati con i brand che si trovano ad affrontare la cavalcata della Cina che, grazie a una produzione massiccia di auto elettriche collegata alle sovvenzioni del governo centrale di Pechino, sta diventando un player sempre più ingombrante a livello europeo, costringendo i vertici della UE ad aprire un’indagine antidumping da parte della Commissione, in quanto l’attività cinese starebbe danneggiando il mercato interno del Vecchio Continente.

Ma tra i Paesi che più degli altri stanno risentendo di tale avanzata, troviamo il Giappone che, da Nazione maggior esportatrice di auto al mondo, si è vista scalzare proprio dalla Cina che ora detiene il primato.

Malgrado questo, in Europa i brand del comparto auto nipponico continuano a far registrare buone performance in termini di immatricolazioni anche se, guardando le singole realtà, ci accorgiamo fin da subito come alcuni marchi stiano crescendo o mantenendo la propria quota, mentre altri devono accettare perdite percentuali, in alcuni casi anche molto rilevanti.

L’andamento dei brand auto giapponesi

Prendendo in esame il recente report pubblicato da ACEA, associazione costruttori auto europea, relativamente alle nuove immatricolazioni di veicoli sul suolo europeo nel primo semestre del 2023, notiamo fin da subito come i brand storici giapponesi stiano vivendo situazioni contrastanti per quanto riguarda le vendite.

Partendo da quelli che hanno fatto registrare performance negative, salta all’occhio le pessime prestazioni di Mitsubishi. La casa produttrice di Tokyo, infatti, nei primi sei mesi dell’anno in corso, deve accettare una perdita pari al -33,7% rispetto allo stesso periodo di riferimento del 2022. Stesso discorso per quanto riguarda Honda, altro colosso del Sol Levante che non performa bene, ottenendo un -22,9%.

D’altra parte, però, rimangono in territorio positivo, gli altri marchi, primo tra tutti Toyota che, pur essendo ancora la regina delle auto giapponesi, vede nel 2023 la crescita più bassa tra i costruttori nipponici col segno + davanti. L’azienda fondata da Kiichirō Toyoda registra infatti un +12,8% nel semestre, ottime performance ma “ridotte” rispetto alle colleghe, come Nissan che invece cresce a livello di immatricolazioni del 26,9%. Un risultato che la pone come una delle realtà del settore che è cresciuta di più nel 2023, considerando anche gli altri costruttori di nazionalità diversa.

Tra quest’ultimi, infatti, non possiamo non segnalare l’exploit di Tesla, +117,4% e di Alfa Romeo, +108,5%, anche se con volumi di vendita considerevolmente minori rispetto ai competitor. Molto bene anche Volkswagen e Renault, rispettivamente con +25,4% e +24,1%.

Sul podio giapponese Mazda e Suzuki

I brand giapponesi che in questo 2023 si ergono nelle prime due posizioni per quanto concerne le immatricolazioni in Europa troviamo in testa alla classifica Mazda. La casa produttrice, entrata nell’orbita Toyota, che detiene oltre il 5% delle quote azionarie dell’azienda dal 2017, registra un trend di crescita incredibile nel Vecchio Continente nei sei mesi del 2023, con un +43,7%. In particolare con i modelli Mx 5 e CX5, soprattutto nelle versioni ibride, e la Mx 30, la prima Mazda completamente elettrica.

Sul secondo gradino del podio, troviamo invece il brand Suzuki. Il produttore, uno dei più antichi del Giappone per il settore automotive, che nel 2019 ha venduto sempre il 5% a Toyota, è cresciuto del 36,1%. I modelli di maggior successo in questo anno sono stati il T-Cross, la Ignis e la Swift, anche in questo caso con la maggiore preferenza verso le versioni con motore ibrido. In particolare, il colosso giapponese si espanso molto nel territorio italiano, soprattutto nel capoluogo toscano, con un numero crescente di ricerche relative all’acquisto Suzuki a Firenze.

Arrivati ormai a settembre, dobbiamo aspettare la fine del 2023 per poter avere un quadro definitivo delle auto giapponesi in Europa, capendo con maggiore esattezza quale sarà l’impatto dell’onda cinese sul mercato e le azioni che vorrà intraprendere l’Unione Europea. Quello che è certo è che la passione e l’amore nostrano per i modelli del Sol Levante, malgrado gli alti e bassi, resta ancora molto forte.